Come ogni anno da quando il San Martino Pietrasantino è stato istituito molti ristoranti di Pietrasanta aderiscono al Menù di San Martino, un menù a prezzo fisso per celebrare questo giorno di festa con piatti della nostra tradizione dallo spiccato sapore autunnale. Dopo una vera e propria cernita tra le decine di proposte dei 17 ristoranti partecipanti, mi sono decisa per il menù de La Rocchetta a Strettoia perché l’ho reputato il più versiliese a disposizione, ad un buon prezzo. Proponeva le seguenti opzioni:
Il posto è veramente bello, con degli esterni che meritano di essere vissuti in estate; ma anche la sala interna è carina: spaziosa, calda, con camino acceso e decori naturali stagionali come ad esempio le zucche. L’accoglienza è stata cortese ed il tavolo è stato fatto scegliere a noi. La gentile cameriera ha portato
subito menù e acqua e pure un’ottima focaccina calda, nonostante sul tavolo ci fossero già pane e grissini. Inoltre al tavolo ci ha accolto anche il maitre che ha spiegato il menù di San Martino ed i vini ad esso abbinati: abbiamo cominciato con un Montecarlo Rosso Wandanna
; col secondo veniva abbinato il locale “Lo Strinato”, ma non volevamo far aprire una bottiglia solo per un assaggio ed abbiamo quindi continuato col Montecarlo.
Dopo una breve attesa cominciano ad arrivare i piatti dell’abbondante antipasto: ottimo il carpaccio di cinta; originale la pera gratinata al lardo con sesamo nero; la fettunta estremamente basic ma sempre apprezzata in un menù così rustico; golosa l’intruglia fritta anche se povera di cavolo nero; ok le crocchette ma la zucca era impercettibile. Dopo una dovuta pausa gli antipasti si concludono con un assaggio abbondante di zuppa frantoiana: era sublime; la quantità di sale era rischiosamente in bilico tra la sapidità perfetta ed il salato; avrei apprezzato che si portasse al tavolo anche un buon olio per condirla (altrimenti è una frantoiana monca!), ma la zuppa era talmente speciale che si chiude volentieri un occhio.
Dopo un giusto intervallo arrivano i primi: io ho ordinato i miei amati tordelli ed erano davvero speciali: belli saldi, ripieno morbido dai sapori ben bilanciati; non ho chiesto se li comprano freschi o li fanno proprio loro. Il ragù per i miei gusti era eccellente perché era sugoso e speziato; sottolineo che è un parere personale perché la validità di un ragù ha un valore molto soggettivo: in tutta onestà non ne sono amante quindi sottolineo che quello che ritengo io buono magari è imperfetto per i puristi. Non amo i ragù dove la carne prevale su tutto: questo aveva anche la giusta dose di salsa ed era arricchito da aromi e spezie: abbondava l’aroma di noce moscata e chiodi di garofano, che anche io utilizzo per il ragù. La mia amica ha ordinato il risotto al piccione: abbondante e buono, nonostante si sentisse un leggero sentore di selvatico che non era stato tolto del tutto. Se vogliamo parlare di difetti allora preferisco portare all’attenzione sul fatto che gli ossicini erano un po’ troppi e che era troppo saporito, diventava stucchevole e la porzione è stata finita con difficoltà.
Nonostante sia una bocca buona a questo punto ero piena e c’era sempre il secondo! Io ho ordinato il coniglio in umido con la polenta: bell’impiattamento, buon profumo ma…decisamente la portata peggiore. Il coniglio era fenomenale, ma mi sono stati serviti solo pezzi con troppe ossicine e poca carne; la polenta era immangiabile da tanto che era salata, difatti l’ho lasciata nel piatto. Il fantastico sughetto del coniglio alla cacciatora era deliziosamente saporito ma abbinato come da tradizione a quella polenta risultava un mix immangiabile. Anche la porchetta era assai salata; le patate (buone) invece erano un po’ sciape quindi il piatto si bilanciava. Peccato sia stata tagliata a velo…La porchetta va spessina, non tagliata all’affettatrice a 1.5: altrimenti è un affettato! I secondi avevano porzioni sbilanciate rispetto alle altre portate, ma visto l’abbondanza delle precedenti e la panza ormai strapiena, è stato un bene.
A questo punto ero piena come un’otre ed avrei sorvolato sui dolci, anche perché trovavo poco stuzzicanti. Non è stato fatto però l’ordine dei dessert nonostante ci sia stata una scelta di 3 opzioni perché sono stati portati direttamente al tavolo sia la torta di mele e noci che i biscotti (dei cantucci), cosa che ho apprezzato: ho fatto solo un assaggio di torta perché non ce la facevo più: buona, ma niente di speciale.
Tutto questo (coperto, abbinamento vini, acqua, caffè compreso) a 30€ a testa, che ho trovato un prezzo davvero vantaggioso perché buono ed abbondante, il servizio è buono ed il personale di sala è presente ma non ingombrante e la location merita. Sono sicura che il problema del sale è solo una svista occasionale, quindi ritornerei sicuramente a mangiare a La Rocchetta anche col menù alla carta, che ho sbirciato ed è ampio e molto vario.
Vi lascio con la citazione di George Bernard Shaw pubblicata sui menù del ristorante:
Grazie per le ricette!