I Befani: gli usi e costumi versiliesi estinti

Befani
Immagine presa dal web

I tempi moderni! Tecnologia, che ci facilita la vita ma che fa perdere di vista gli usi del passato. Giornate frenetiche, che rendono impossibile ritagliare spazi solo per noi ed i nostri cari, o fare ciò che preferiamo. Tipo, voi che avete fatto oggi? Io sto aspettando che la cena sia pronta cazzeggiando su internet, dopo aver passato la giornata a fare commissioni. Sono passata anche dal supermercato dove i carrelli erano pieni di calze della Befana confezionate. Nel mio cestino: uova e codette di zucchero. Perché stasera posso stare anche a casa ad infarinarmi dalla testa ai piedi per fare i Befanini, tanto i Befani non passano più a bussare alle porte…

Riportate la mente indietro di una 30ina d’anni. Al 5 di gennaio, a quest’ora, cosa stavate facendo? Io sarei stata sicuramente in famiglia davanti al camino, dopo cena (perché si cenava alle 19, mica alle 21!) a spiluccare le “sciusciore” dalla cesta della Befana: frutta secca mista, cioccolatini, mandarini…Sicuramente qualcuno sarebbe stato a rovistare in cucina alla ricerca della ricetta dei Befanini nell’agenda di mamma…ed io avrei già scelto la calza da appendere al focolare. Sarei sicuramente a fantasticare su quali chicchi vi avrei trovato all’interno e che forse forse, se proprio mi fossi comportata bene, la Befana mi avrebbe lasciato pure un bambolotto sotto l’Albero di Natale.

I Befani: quello che era e quello che è rimasto

Avrei avuto anche una leggera ansia a disturbare le mie gioiose aspettative da bambina. Perché? Ma per i Befani! Non so voi, ma a me facevano paura! E, mentre io stavo scegliendo la calza più capiente per farci entrare più caramelle dentro, qualcuno di voi lettori magari si stava preparando la maschera da Befano per l’indomani. E magari proprio uno di voi è entrato a casa mia. Sicuramente non vi ricorderete di me, perché io mi rimpiattavo di corsa sotto il tavolo, impaurita.

Ma i ragazzini di oggi, sapranno chi sono i Befani? Al di là della paura che mi facevano, amavo questa tradizione così particolare, pittoresca…La strizza  faceva parte del gioco. Ancora sentita in alcune zone dell’Alta Versilia ed in paesi come Montignoso, qui in piana i Befani si sono letteralmente estinti. Peccato! Sarebbe un’usanza da ripristinare al più presto. Fa parte degli usi e costumi tipici versiliesi, sarebbe davvero un delitto perderla del tutto. A quanto pare, è troppo tardi.

Ma chi erano i Befani?

I Befani consistevano in un gruppo misto di persone (adulti, bambini, anziani di ambo i sessi) che nella notte dell’Epifania ed il 6 gennaio stesso girovagavano per le strade del proprio quartiere (e non solo) con costumi tipici. Erano vestiti da pastori e da poveracci, con le mani e la faccia sporche di carbone. Gli adulti tenevano in mano bastoni e campanacci ed i più giovani reggevano invece grandi ceste con arance, mandarini, frutta secca con guscio e cioccolata. Quando si sentivano i campanacci voleva dire che i Befani si stavano avvicinando a casa e veniva sistemata a portata di mano una piccola offerta monetaria per il gruppo di turno.

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Befani di Montignoso: ricorrenza ancora in uso tutt’oggi. (Foto presa dal Web)

Appena suonavano il campanello i grandi correvano ad aprire seguiti dai bimbi più curiosi. E i bimbi paurosi come me invece si nascondevano dove potevano. Una volta entrati i Befani cantavano «La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte col vestito alla romana viva viva la Befana!» ed alla fine della filastrocca avveniva lo scambio. I Befani ricevevano l’offerta mentre i bimbi lasciavano una manciata del contenuto della cesta. Sempre il terrore che lasciassero il carbone! Capitava che mi lasciassero una sola arancia: forse era per questo che non li avevo tanto simpatici…!

I Befani: usanza da ripristinare e tutelare

Gli ultimi ricordi dei Befani risalgono alla fine degli anni 80/inizi anni 90: una scomparsa quindi recente. E nonostante tutto ne ho vaghe rimembranze. I tempi diventano sempre più moderni e le generazioni cambiano. Fare estinguere in questo modo usanze così nostrali e tipiche però lascia davvero l’amaro in bocca. Tutelare queste manifestazioni spetterebbe anche alle istituzioni ed amministrazioni dei nostri luoghi perché sono parte di un patrimonio versiliese. Dopotutto è tale e quale ad Halloween, solo in versione nostrale con un’origine antica tutta nostra. Vergogna che tutto ciò finisca in un dimenticatoio.

Se avete bimbi piccoli, vi consiglio questi libri che potete trovare su Amazon . E’ una festa tutto loro, fategliela vivere a pieno raccontando fiabe attinenti la sera della Vigilia!

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