Storie e Leggende della Versilia

Storie e Leggende della Versilia

Due giorni di allerta arancione causa fortissimo e freddo grecale. Ci organizzeremo per stare in casa tutto questo tempo. Sicuramente si cucina, ma per il tempo restante? Copertina, bevande e calde ed un po’ di lettura. Arancione, come l’allarme che stiamo subendo, è anche la copertina del libro che mi accingo a rileggere. “Storie e Leggende della Versilia” del professore Paolo Fantozzi, edito da Le Lettere.

Le generazioni di oggi stanno perdendo interesse alle belle fiabe di una volta, figuriamoci alle storie dei nostri vecchi. E’ un vero peccato, perché le leggende versiliesi sono simpatiche e fantasiose. Attraverso esse si mantengo in vita nell’immaginario collettivo figure fiabesche nostrali imparando anche a conoscere il nostro territorio. Anzi, dopo aver letto queste storie e leggende della Versilia i nuovi luoghi acquisteranno un valore diverso ai nostri occhi. Diventeranno più magici e interessanti.

Storie e Leggende della Versilia che narrano di fate, elfi, folletti, tesori nascosti e di “limaconi“. Di fantasmi, di spiriti e di streghe. Del diavolo, di Santi di miracoli e della Madonna. E di tante, tante “fole”.Chi era il Buffardello? E il Volastro? L’Ossogamba? La Scabodda e la Busdraga? Come è nato il paese di Basati e di Giustaniana? E come mai il Monte Forato ha il buco? Non vi resta che darvi alla lettura di “Storie e Leggende della Versilia”!

Storie e Leggende della Versilia

Immaginatevi di essere seduti intorno al focolare, alla sola luce delle fiamme, con i nostri vecchi che vi narrano novelle per farvi passare il tempo e creare momenti conviviali da dividere con tutti i famigliari. Eh sì, perché una volta si tenevano buoni i bimbi così, quando le intemperie ed il freddo li obbligavano a stare chiusi in casa. Altro che la tv, internet e la playstation! Altro che la puntata di Goku in cui ritrova le Sfere del Drago, si attendeva ma il racconto del Linchetto che metteva tutto a soqquadro, del serpente testone della Bisciaiola o dell’Omo Selvatico sul Corchia. Io vi allego quella dell’Omo Morto, ma solo questa eh!

“Visibile sia dalla Versilia che dalla Garfagnana, il maestoso profilo di un gigante addormentato, la caratteristica cresta di diaspri, si stende tra la Pania della Croce e la Pania Secca. È l’uomo morto. Quando in un momento senza tempo le due panie non erano ancora unite, i prati riempivano i declivi dei monti, dove le greggi pascolavano tranquillamente sotto l’occhio assonnato dei pastori. Uno di questi si innamorò di una bella pastorella e da lei era ricambiato in modo spensierato, tra corse felici sui prati e confidenze segrete. Ma il giovane cominciò a sentire il richiamo del mare e dei bastimenti che vedeva passare in lontananza. Lei si preoccupava e chiedeva timorosa, lui non rispondeva.

Al volgere dell’estate, finalmente il pastore trovò la forza di dare una spiegazione: voleva andare a navigare, conoscere il mondo, allontanarsi dalle montagne della sua infanzia. E così fece. La pastorella rimase sola, aspettandolo nelle fredde sere d’inverno davanti al fuoco del camino, pensando al suo amato e sperando di tornare a rivederlo tra le sue montagne. E venne la bella stagione e le greggi nei prati, i bei fiori e il cielo blu. Ma non il giovane pastore. E il viso della giovane era sempre rivolto verso il mare, anelando e pregando per il suo ritorno.

Ed ecco un altro ragazzo accorgersi di lei ed innamorarsi subito della sua triste bellezza. Lei fuggiva ogni contatto speranzosa, finchè gli confidò le sue miserie. Ma il nuovo venuto non si perse d’animo, salì sulla vetta della Pania della Croce per chiedere a Dio come far dimenticare alla ragazza il suo amore lontano. Solo una era la soluzione: impedire alla giovane di vedere il mare. Ma a che prezzo… Avrebbe dovuto sacrificarsi e lasciare che il suo volto venisse trasformato in quello di un gigante di pietra che avrebbe unito le due Panie, nascondendo così la vista del mare. Ed egli accettò, lasciò che il suo volto venisse impresso tra le montagne apuane e ricordato da tutti come l’uomo morto.”  (Fonte).

Vi suggerisco anche altri libri dell’autore, che fanno parte di una collana dedicata alle nostre zone. Come “Le Leggende delle Alpi Apuane” e “Paure e Spaure. Le leggende della provincia di Lucca”.

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